Da cosa trai ispirazione?
Non ho dei riferimenti precisi, le cose che mi stanno intorno e le situazioni che vivo sono potenziali ispirazioni. Leggere, guardare film e documentari, viaggiare, andare nei musei, persino il semplice parlare con le persone o lo svolgere un’attività fisica; tutto alimenta la mia immaginazione.
In riferimento alla tua produzione artistica, quali sono i linguaggi e i modi espressivi che prediligi? C’è un motivo ben preciso che ti spinge a preferire un mezzo piuttosto che un altro?
In passato ho esplorato varie tecniche, tuttavia dopo diversi anni la fotografia si è confermata il mezzo più adatto per rappresentare le mie idee. Mi piace la sua peculiarità nell’attingere dalla realtà. Realtà che, in una visione artistica, può essere modificata e piegata alle mie esigenze.
Nel tempo è cambiato il tuo lavoro? Se sì, come si è modificato?
Trattandosi di una costante ricerca, sia tecnica che concettuale, il modo di lavorare è in continua evoluzione. Inoltre cresco come individuo e di pari passo cambio l’approccio creativo; mi rendo conto di come i primi tempi fossero più incentrati su una ricerca stilistica e tecnica, mentre adesso, pur mantenendo un’attenzione costante sulla progettualità e sul risultato finale, ho acquisito un’istintività che controllo meglio e che spesso torna utile.

Daniele Cascone, The photographer, stampa giclée fine art a pigmento, cm 30×60, 2011
Sicilia terra amara o dolce? Qual è il tuo rapporto con essa? E come ti poni con tutto il resto?
Mi piace il posto in cui sono nato e cresciuto, ci vivo bene, soprattutto negli ultimi anni. Tuttavia sono consapevole delle limitazioni e dei problemi che questa terra possiede. Da un lato c’è molta autenticità nelle relazioni e i ritmi di vita sono più a misura d’uomo, dall’altro soffro l’isolamento dai grandi centri; è quasi sempre necessario andare fuori per farsi conoscere.
Cosa pensi del progetto SACCA? Ritieni che l’unione di più settori, con una sede fissa e una piattaforma online per la vendita, possano favorire l’accessibilità a un pubblico più vasto e trasversale?
Ben vengano nuovi spazi dedicati all’arte. L’augurio è di crescere e alimentare una vivacità culturale che dalle nostre parti fatica a mantenersi costante. Non so dire quale sia l’approccio migliore, di sicuro coinvolgere più settori può essere un bene, purché ci sia una complementarietà che renda il tutto armonico; diversamente, si rischia di mettere in scena troppi protagonisti e di confondere le idee.
Esprimi un pensiero in riferimento all’attuale periodo che stiamo vivendo e agli eventuali risvolti futuri.
Al momento scrivo dall’isolamento forzato dal Covid-19, una situazione surreale, fatta di pensieri contrastanti, a volte confusi. Sto in bilico tra la tranquillità quotidiana, una sorta di piacevole pausa dalla vita frenetica, e la preoccupazione dei giorni a venire, pensando a un futuro dove pandemie del genere potrebbero diventare la norma, se non si inizia un reale cambiamento.

Daniele Cascone, The hideout XV, stampa giclée fine art a pigmento, cm 40×27, 2014
Ulteriori info e opere disponibili: