Breve nota biografica
Gaetano Di Gregorio (Catania 1972) abita e lavora a Venezia, coniugando il lavoro di architetto con quello di ceramista e designer. Si occupa di urbanistica, interior e product design. Privilegiando la piccola serie e l’edizione limitata, focalizza la sua attenzione sul processo che porta alla produzione dei suoi lavori, che dialogano con la memoria e l’ambiente.
Nel 2003 ha fondato Spiazzi, un centro indipendente per le arti visive e il design nei pressi dell’Arsenale. Durante una residenza per artisti a Jingdezhen, in Cina nel 2006, ha sperimentato tecniche di lavorazione della porcellana. L’esperienza è stata ripetuta nel 2015 a Dehua, sempre in Cina, per un Simposio internazionale di arte ceramica.
Il lavoro di industrial designer, negli anni oggetto di premi e riconoscimenti, è prevalentemente orientato alla ceramica. I suoi lavori, prodotti in serie limitata, sono correntemente esposti in fiere e rassegne nazionali e internazionali di settore. Alcuni di essi sono stati acquisiti da collezioni private e musei, tra cui l’Art Institute of Chicago e sono stati pubblicati su riviste di arredamento e design. Dal 2014 coordina il corso triennale in Interior Design presso IED Venezia (Istituto Europeo di Design), dove insegna Metodologia di progettazione e Design.
Come definiresti il design oggi?
Il design ha perso quella componente prettamente industriale e si sta progressivamente ibridando. Da un lato trova legami con l’arte in quanto a prodotto unico e da collezionista e dall’altro riannoda i legami con l’artigianato, da cui trae origine, anche perché il mondo pare si stia accorgendo che il prodotto di serie è bello, certificato e illimitato, ma il prodotto artigianale porta con sé un’anima.
Un paio di aggettivi per definire il tuo design
Il mio design non ha timore di osare, mettendo alla prova il concetto stesso di utilizzabilità ed i limiti del materiale. Inoltre credo che abbia una forte componente narrativa, ossia voglia raccontare delle storie.
Da 0 a 10 quanto l’arte contemporanea ritieni possa influenzare il design? Inoltre pensi che sia uno scambio prettamente unilaterale o bidirezionale?
Per la mia esperienza 10, l’arte ha la capacità di precorrere i tempi e di descrivere il prossimo futuro, quindi è una fonte di ispirazione straordinaria, anche perché è libera, senza una diretta utilità e sperimentale, anche solo in termini di materiali. Meno diretta l’ispirazione inversa dal design all’arte.
Quali altri settori possono far sentire il loro influsso? E più in generale, quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Guardo molto agli spunti che mi arrivano dalla vita quotidiana, dalle cose che mi circondano, anche spesso semplici. Possono essere anche delle cose di cui sento il bisogno, come a voler dare delle risposte a problemi. Oppure sono legate al mio lavoro di architetto, all’edilizia, all’ambiente, alla natura. Questo materiale viene elaborato e filtrato, con uno sguardo al passato, agli oggetti, ad un immaginario che fa parte del nostro patrimonio. Spesso mi interessa suscitare una reazione poetica, che scaturisce dal mostrare una cosa in maniera inedita, cambiando semplicemente il punto di vista.
Sicilia terra amara o dolce? Qual è il tuo rapporto con essa? E come ti poni con tutto il resto?
La Sicilia è una madre, è l’inconscio, il pensiero più spontaneo e diretto. Quello senza filtri e senza controllo. Come un’urgenza espressiva. Altra cosa è produrre, non sempre facile purtroppo. L’eccesso di empatia e relazione, spesso sono nemiche dei rapporti professionali, che richiedono un distacco emotivo.
Cosa pensi del progetto SACCA? Ritieni che l’unione di più settori, con una sede fissa e una piattaforma online per la vendita, possano favorire l’accessibilità a un pubblico più vasto e trasversale?
Penso che sia imprescindibile la doppia piattaforma, soprattutto in un momento in cui il digitale sta prendendo sempre più piede. Credo però importante non esagerare in entrambi i sensi, è necessario un giusto equilibrio tra virtuale e fisico. Niente può sostituire l’esperienza diretta delle cose, ma d’altro canto attraverso il web si può raggiungere una platea molto più ampia.
Esprimi un pensiero in riferimento all’attuale periodo che stiamo vivendo e agli eventuali risvolti futuri.
Credo e spero che qualcosa di questo periodo rimanga, meno pressione, meno trasferte inutili, più tempo per sé stessi, spazi della casa e del lavoro rinnovati e nuovi oggetti.
Domanda jolly! Dì qualcosa che ritieni possa rappresentarti appieno o riesca a sintetizzare al meglio il tuo lavoro, la tua persona o i tuoi progetti futuri.
Ripartire da zero, dalla materia, dalla terra in tutti i sensi!
Ulteriori info e disponibilità: