Breve nota biografica.
Marilina Marchica è nata ad Agrigento nel 1984, vive e lavora a Roma. Nel 2004 ha conseguito il diploma presso il Liceo Artistico “Michelangelo” di Agrigento, nel 2007 ha svolto l’Erasmus presso la Universidad Politécnica de Valencia e nel 2008 si è laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Le sue opere sono state pubblicate su riviste e volumi specializzati tra cui “New Collectors Book”, curato da Basak Malone (New York, 2015). Ha partecipato a diverse mostre sul territorio nazionale e internazionale; oltre alle personali alla FAM Gallery di Agrigento, alla galleria A Sud Arte Contemporanea di Realmonte, Spazio Hus Milano, all’intervento site-specific per la cripta della Chiesa di Santa Maria del Piliere a Palermo, si ricordano le partecipazioni al Premio FAM, promosso dalle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento, e alla residenza d’artista a Villa Aurea – Valle dei Templi, promossa dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Agrigento.
Da cosa trai ispirazione?
La parola ispirazione, pur essendo molto utilizzata nel mondo dell’arte, mi suscita un sentimento di repulsione, non mi sento guidata dall’ispirazione ma dalla necessità. È la necessità che mi spinge a raccontare qualcosa e tradurre un pensiero in immagine.
Potresti fornire una chiave di lettura dei tuoi lavori? Cosa ti prefiggi di trasmettere?
Sicuramente il soggetto principale è il paesaggio, il segno e la traccia, attraverso la scarnificazione la riduzione e la sottrazione di elementi figurativi. Il paesaggio diventa “contenitore” di memorie, giorno dopo giorno accoglie eventi e individui, che lasciano dei segni e ne modificano i confini e l’aspetto. Il mio lavoro è l’indagine delle relazioni tra uomo e natura nel tempo.

Marilina Marchica, Landscape, tecnica mista su tela di juta, cm 100×100, 2019
In riferimento alla tua produzione artistica, quali sono i linguaggi e i modi espressivi che prediligi? C’è un motivo ben preciso che ti spinge a preferire un mezzo piuttosto che un altro?
Il mezzo privilegiato è sicuramente la pittura. Utilizzo: cotone, iuta, smalto, carte, ferro, carboncino, ma anche resina e materiali di scarto edili. Elementi comuni che fanno parte della nostra quotidianità e spesso conservo senza alcun reale motivo. Come la carta che avvolge il pane, diventata con il tempo, un elemento contaminante e predominante nella serie “PaperLandscape”.
Nel tempo è cambiato il tuo lavoro? Se sì, come si è modificato?
Sì ovviamente, il lavoro cambia e si evolve insieme a me, cambia molto anche la luce e spesso dipende dal luogo in cui vivo. Cambia il mio punto di vista, le sensazioni, la percezione di me stessa nello spazio e nel luogo e così anche i miei lavori cambiano.
Sicilia terra amara o dolce? Qual è il tuo rapporto con essa? E come ti poni con tutto il resto?
Il mio lavoro è sempre stato fortemente condizionato dalle origini e dal territorio, soprattutto adesso che vivo a Roma è palese nella mia ricerca pittorica la riflessione sulla condizione d’insularità. Credo che la Sicilia sia amara e dolce allo stesso modo: ti dà molto ma ti toglie altrettanto, ti dà il tempo di riflettere ma a volte non ti dà il tempo per fare… ti dà uno sguardo verso l’infinito ma l’orizzonte che vediamo spesso è anche frontiera difficile da superare.
Mi è cara una frase di G. Bufalino, che descrive perfettamente il mio modo di sentire la Sicilia: “Ogni siciliano è, di fatti, una irripetibile ambiguità psicologica e morale. Così come l’isola tutta è una mischia di lutto e di luce”.
Gesualdo Bufalino, nello scritto “L’isola plurale”, tratto dalla raccolta “Cere perse“.

Marilina Marchica, PaperLandscape, tecnica mista e collage su carta, cm 28×21, 2019
Cosa pensi del progetto SACCA? Ritieni che l’unione di più settori, con una sede fissa e una piattaforma online per la vendita, possano favorire l’accessibilità a un pubblico più vasto e trasversale?
Ho conosciuto Giovanni telefonicamente, dopo qualche mese ci siamo incontrati a Modica, lui mi è subito piaciuto, quando mi ha parlato di SACCA era entusiasta e innamorato del suo contenitore di Sicilianità, mi sono sentita a mio agio e felice di far parte di un progetto così ambizioso, forse qualcuno non riconosce utile l’unione di differenti settori lavorativi ma io credo nella contaminazione e nello scambio che genera relazioni.
Le relazioni generano idee, purtroppo però queste sono difficili da instaurare attraverso le piattaforme online, ma per quanto riguarda la mia personale esperienza non impossibili. Il mercato online è fondamentale al giorno d’oggi, a me ha dato moltissimo permettendomi di fare il mestiere d’artista, collaborando con designer e galleristi d’oltreoceano pur non avendoli mai incontrati.
Esprimi un pensiero in riferimento all’attuale periodo che stiamo vivendo e agli eventuali risvolti futuri.
L’emergenza Covid-19 ha congelato tutto il paese, ci ha costretti all’isolamento impedendoci gli spostamenti. È una situazione surreale. La gente è passata da un’euforia fatta di applausi e canti dal balcone ad una resilienza silenziosa e a volte anche dolorosa. Le nuove regole di vita ci impongono di fare i conti con noi stessi, con gli spazi che abbiamo a disposizione, di creare delle nuove routine, ad avere paura ma anche ad essere coraggiosi, ad odiare ed amare con molta più intensità. Credo che ci scontreremo con gli effetti dell’isolamento solamente dopo essere usciti di casa e che non sarà semplice ritrovarci per come ci eravamo lasciati.
Domanda jolly! Dì qualcosa che ritieni possa rappresentarti appieno o riesca a sintetizzare al meglio il tuo lavoro, la tua persona o i tuoi progetti futuri
È difficile rispondere alla tua domanda jolly, soprattutto dopo aver spiegato il mio pensiero riguardo l’isolamento forzato. Credo che il mio lavoro cambierà ancora dopo aver elaborato questo periodo o forse sta già cambiando ma io essendo troppo coinvolta non sono ancora capace di rendermene conto.

Marilina Marchica, paperLandscape, tecnica mista e collage su tela, cm 30×24, 2019
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