SACCA Focus – Intervista a Gabriele D’Angelo

Breve nota biografica

Nato nel 1989 ad Alcamo (TP), ho frequentato l’Università di Palermo dove mi sono laureato in Disegno Industriale ed in seguito ho completato i miei studi con una Laurea Magistrale in Design presso l’Università di Firenze. A Firenze ho collaborato con diversi designer e aziende artigiane ed è lì che ho appreso l’importanza del rapporto tra la manifattura e il design. Ho sempre pensato di voler tornare a vivere e lavorare nella mia terra in futuro, ma quel giorno è arrivato prima di quando pensassi. Nel 2015 sono tornato ad Alcamo e da allora è iniziata la mia “gavetta” che in un certo senso ancora tutt’oggi penso di star affrontando nonostante le mie collaborazioni già avviate e l’apertura della mia agenzia di design e comunicazione.

Come definiresti il design oggi?

Un caleidoscopio fatto di persone, luoghi, contesti, oggetti e arte. A volte in grado di suscitare ancora meraviglia e di poter essere veramente utile, ma tante altre di rimanere una semplice auto-celebrazione utile invece a nessuno. Ma credo comunque che tutto questo sia necessario, il design è fatto di visioni ed aspirazioni. La pluralità contemporanea è sintomo di ricchezza.

Un paio di aggettivi per definire il tuo design

Da un po’ di tempo in maniera scherzosa mi definisco un “citazionista”, ovvero tendo a sintetizzare nei miei progetti riferimenti di diverso genere facendo sempre un po’ l’occhiolino ad altri oggetti di design o ai maestri. Sono il primo sostenitore ed il primo critico dei miei progetti, le tirate d’orecchio non mi spaventano, anzi.

Da 0 a 10 quanto l’arte contemporanea ritieni possa influenzare il design? Inoltre pensi che sia uno scambio prettamente unilaterale o bidirezionale?

A mio parere si è persa da tempo questa visione di insieme tra design e arte. I designer industriali che si definiscono “puri” tendono a creare una sorta di clima di diffidenza verso le forme artistiche che possono influenzare il design. Invece credo che le due cose (design e arte) non debbano per forza escludersi tra di loro. Il design è fatto anche di spazi. Laddove troviamo la sedia di plastica stampata, potremmo anche trovare il vaso fatto a mano e l’opera d’arte. Il tutto ovviamente deve essere frutto di un sapiente gioco di incastri. Un gioco che io personalmente sto cercando di portare avanti nei miei progetti.

Quali altri settori possono far sentire il loro influsso? E più in generale, quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Personalmente non apprezzo molto il termine “ispirazione” quando si parla di design, preferisco quello di “riferimento” o al massimo potremmo parlare di “suggestione”. Una cosa che mi suggestiona tantissimo sono le opere pittoriche e le illustrazioni in generale.

 

 

Sicilia terra amara o dolce? Qual è il tuo rapporto con essa? E come ti poni con tutto il resto?

La mia decisione di tornare in Sicilia non è stata influenzata solo dalle mie vicende private, ma anche dalla convinzione di voler raccogliere una sfida. Come dicevo prima, immaginavo già da tempo un futuro nella mia terra, futuro che per me è diventato subito presente. La Sicilia è una terra dove il tempo scorre in maniera diversa rispetto che altrove. Qui è come lavorare in una terra vergine (sotto l’aspetto del rapporto tra design / artigianato / industria), in un luogo al di fuori dal tempo, non hai punti di riferimento precisi o sempre validi. Trovo che tutto ciò sia spiazzante ma anche estremamente emozionante e stimolante.

Cosa pensi del progetto SACCA? Ritieni che l’unione di più settori, con una sede fissa e una piattaforma online per la vendita, possano favorire l’accessibilità a un pubblico più vasto e trasversale?

Questo progetto ha una valenza di fondo molto alta. Un’operazione che definirei importante e come tale non può che essere apprezzata e sostenuta. Mi auguro che nel tempo ci sia sempre più sensibilità in merito al rapporto tra arte e design e soprattutto, che si capisca che le due cose possono convivere insieme, dialogare e confrontarsi senza alcun timore.

    

Esprimi un pensiero in riferimento all’attuale periodo che stiamo vivendo e agli eventuali risvolti futuri.

Il periodo che stiamo vivendo è un periodo che prima o poi passerà, tutto questo diventerà storia e noi ritorneremo a fare la vita di sempre. Spero solo che rimanga il senso del rispetto verso il prossimo e la cura per tutto ciò che ci circonda, ovvero l’ambiente e di conseguenza il pianeta. Abbiamo già visto cosa accade laddove questa cura e il rispetto vengono a mancare. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.

Domanda jolly! Dì qualcosa che ritieni possa rappresentarti appieno o riesca a sintetizzare al meglio il tuo lavoro, la tua persona o i tuoi progetti futuri.

È la domanda più difficile di tutte. Non mi sento ancora in grado di definirmi e quindi di rappresentarmi in maniera univoca. Ho capito solo che l’attività del designer è profondamente influenzata e legata al contesto in cui esso svolge il proprio lavoro. Mi ritrovo spesso ad essere in bilico tra i concetti di utilità e sogno. Penso di voler raggiungere un equilibrio tra queste due parole, ma per farlo devo studiare, leggere, viaggiare, innamorarmi, odiare, ecc., letteralmente vivere!

C’è un’affermazione di Ettore Sottsass che penso sia inequivocabilmente vera, ed è questa:

– “Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale, e non solo cose che si guardano e si usano, magari distrattamente. Bere acqua in un bicchiere di carta oleata sull’autostrada e berla in un bicchiere di cristallo sono gesti diversi. Nel primo caso, mentre bevi, quasi ti dimentichi di esistere, nel secondo caso, per il peso, per la fragilità, per la trasparenza, per il non-sapore, sai di avere in mano uno strumento che ti porta a riflettere su quello che in quel momento stai vivendo. Cogli queste differenze e ti poni questi problemi solo se conosci bene la vita, le vite, le storie antiche, i fantasmi del passato e quelli del futuro…”
– “È questo l’industrial design? (Domus)”
– “No, questo non è industrial design: è Design”.

 

 

Ulteriori info e disponibilità:

https://www.sacca.online/portfolio/gabriele-dangelo/

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