Breve nota biografica
Mi chiamo Roberto Sammito, sono una guida turistica. Sono nato e cresciuto a Scicli, ho vissuto a lungo a Catania e adoro la Sicilia. Da tempo studio la cultura e le tradizioni dell’isola e sono appassionato di storia e arte locale. Sono anche giornalista e mi occupo di comunicazione digitale, soprattutto per progetti culturali e turistici. Mi piace raccontare storie.
Raccontare il territorio e farlo conoscere dal vivo potrà avere ancora un futuro o pensi che possa esserci il rischio che app e strumenti online rendano una guida “obsoleta”?
Un territorio non parla con una voce sola, lo immagino come un coro. Ogni voce può raccontarlo in modo diverso scegliendo il proprio tono, le proprie storie e gli strumenti che trova più adatti al contesto e a chi ascolta. Non farei una distinzione tra online e offline. Credo sia più giusto parlare di “onlife”, la nostra esperienza quotidiana è il risultato dell’interazione tra digitale e analogico, in questo senso una guida racconterà il territorio con gli strumenti che ritiene più adatti al proprio pubblico. Se saprà trasmettere valore continuerà a far parte di quel coro di voci.
Quale pensiero ti piacerebbe lasciare alla gente in seguito a un’esperienza, indipendentemente dal luogo o dall’attività svolta?
Mi piace pensare che ogni visita guidata serva a far conoscere un pezzetto di mondo, un punto di vista nuovo. Cerco sempre di costruire un’esperienza che trasmetta ai visitatori, una volta ripartiti, la voglia di tornare, di mantenere viva la relazione che abbiamo creato. In molti casi ci riesco ed è una grande soddisfazione.
Sicilia terra amara o dolce? Qual è il tuo rapporto con essa? Quante soddisfazioni ed emozioni ti dà la possibilità di poter contribuire a dare un’immagine bella e positiva di questa terra sia ai turisti che ai semplici visitatori che amano spostarsi per una giornata fuoriporta?
Ti rispondo con una citazione del grande Gesualdo Bufalino, tra l’altro quest’anno ricorre il centenario della sua nascita. «Le nostre piaghe sono antiche, sarebbe colpevole bendarle, tacerle. Ma altrettanto colpevole è cucirsi gli occhi di fronte a tutto ciò che l’isola rappresenta di vitale, di intelligente, di fantasioso, di forte».
Non credo che esista una Sicilia, ci sono tante Sicilie che possono essere raccontate a chi ha voglia di ascoltare. Adoro questa pluralità figlia di una storia complessa e di una posizione geografica che rende l’isola una cerniera tra la cultura occidentale e quella orientale. Il mio rapporto nei confronti della nostra terra è sempre stato di curiosità, mi godo la sua dolcezza senza tacere le note amare.
Mi piace raccontare questa complessità superando gli stereotipi e condividendo conoscenza e bellezza!

Catania
SACCA è a favore di un turismo sostenibile e di comunità. Oltre a essere una valida alternativa al turismo di massa, è l’unico modo per scoprire appieno le bellezze e le eccellenze di un territorio. Come ti poni nei confronti del territorio e della sua collettività?
Non amo pensare a città turistiche, mi piace più l’idea di città ospitali. I luoghi in cui viviamo devono saper rispondere alle esigenze di chi le vive stabilmente e di chi le sceglie per un breve periodo. Non è impossibile trovare un equilibrio. Comunità, sostenibilità e inclusività sono tre cardini che un territorio deve sempre ricercare in ogni attività umana, quindi anche nel turismo.
Cosa pensi del progetto SACCA? Ritieni che l’unione di più settori, con una sede fissa e una piattaforma online per la vendita, possano favorire l’accessibilità a un pubblico più vasto e trasversale?
Ritengo che sia sempre utile stabilire logiche di cooperazione e modellare la propria offerta sulle abitudini del pubblico. I luoghi fisici sono fondamentali nella nostra quotidianità (in questi giorni di isolamento è ancora più evidente) e si integrano con la presenza online. Sono due facce della stessa medaglia, quindi la strada di SACCA è quella giusta!
Esprimi un pensiero in riferimento all’attuale periodo che stiamo vivendo e agli eventuali risvolti futuri.
Non aggiungerò l’ennesima previsione e ipotesi sul futuro, ne esistono tante e alcune autorevoli. Vorrei porre l’accento su un punto: soffriamo l’isolamento e sentiamo il bisogno di stare tra la gente. Abbiamo avuto modo di riflettere su cosa rende la nostra vita migliore, abbiamo rivalutato scuola e sanità pubblica, abbiamo voglia di abbracci, viaggi e consumi culturali. Credo che la scienza, ancora una volta, troverà la medicina per il malato, poi spetterà a noi decidere come farlo vivere una volta guarito. Andrà tutto bene se andrà bene per tutti.
Dì qualcosa che ritieni possa rappresentarti appieno o riesca a sintetizzare al meglio il tuo lavoro, la tua persona o i tuoi progetti futuri.
Credo che una guida turistica sia una chiave per aprire e interpretare un territorio. Mi muovo tra monumenti Patrimonio dell’Umanità, grande storia, tradizioni e folclore locale e luoghi di Montalbano.
Scelgo di proporre esperienze come farebbe un amico che conosce il luogo che si vuole visitare e che vi accompagna raccontando storie e monumenti, proponendo cose da vedere e da fare, suggerendo cosa assaggiare e come vivere il territorio.

Modica
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